Visite nelle case d’artista: la casa di Xavier Bueno
Accademia delle Arti del Disegno
venerdì 27 gennaio 2017, ore 17;30
siamo lieti di inviarvi all’ inaugurazione della mostra Visite nella casa d’artista: certamente, la casa di Xavier Bueno! promossa dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze che si terrà presso la Accademia delle Arti del Disegno venerdì 27 gennaio ore 17,30.
Saranno presentate le opere di
Cecilia Cirillo,
Jacopo Ginanneschi,
Debora Piccinini
Giuseppe Sciortino
Visita ad una casa d’artista
Da alcuni anni la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, promotrice di mostre di approfondimento sulla cultura artistica del Novecento, dedica particolare attenzione alla funzione didattico-creativa di simili appuntamenti, attraverso un dialogo con l’ambito scolastico della formazione, e di quella artistica in particolare, intesa nel suo valore propositivo di linguaggio.
La principale ambizione del progetto nato dalla mostra Doppio ritratto – Antonio e Xavier Bueno. Contrappunti alla realtà tra avanguardia e figurazione, è stata dunque quella di realizzare un intervento che avesse a protagonisti i giovani artisti. Partendo dall’occasione espositiva, si trattava di trasformarne i temi conduttori in altrettante occasioni di riflessione. È apparso subito chiaro che c’era un doppio binario da percorrere: da un lato quello dell’analisi storico critica sotto forma di conferenze, dall’altro una rabdomantica ricerca sul campo condotta con differenti ritmi e messa in opera con il linguaggio della pittura da quattro giovani dell’Accademia di Belle Arti provenienti dalla scuola di Adriano Bimbi. In questo senso, il luogo intorno al quale è parso più giusto ritrovarsi è stata la casa di Xavier Bueno; non un museo, ma una vera casa d’artista, ancora oggi satura non solo dell’atmosfera e delle affascinanti sedimentazioni di un passato tangibile, ma viva del lavoro di chi la abita: i figli di Xavier, primo fra tutti Raffaele, anch’essi artisti di temperamento diverso, e la moglie Eva, creatrice di geometrici raffinatissimi arazzi. Poteva essere un esperimento rischioso. I risultati che oggi presentiamo, e che ognuno può giudicare, sono lì a dimostrare che qualche volta vale la pena di rischiare. Non vi è lavoro infatti, che non serbi traccia di un dialogo volta a volta instaurato, a seconda dell’inclinazione individuale, con un oggetto particolare o una luce d’interno, con uno strumento di lavoro o un’opera già realizzata, con il verde fondo del giardino o con la calma della loggia, che non si trasformi a sua volta anche in delicata metafora di affinità, più o meno manifeste, con gli abitanti, ognuno dei quali sembra aver aperto spiragli su un mondo possibile dove i ricordi hanno il profumo del mito e le favole quello della verità.
Susanna Ragionieri